La bicicletta ...

"La bicicletta richiede poco spazio. Se ne possono parcheggiare diciotto al posto di un auto, se ne possono spostare trenta nello spazio divorato da un unica vettura. Per portare quarantamila persone al di là di un ponte in un ora, ci vogliono dodici corsie se si ricorre alle automobili e solo due se le quarantamila persone vanno pedalando in bicicletta"
Ivan Illich "elogio della bicicletta"

domenica 29 aprile 2012

50.000 CICLISTI A ROMA!!!

Straordinario successo delle manifestazioni di Londra e Roma
Ieri La triglia in bicicletta con a fianco tutti gli amici della FIAB e del WWF, circondati da altre decine di migliaia di ciclisti, ha partecipato alla manifestazione Romana "#salvaiciclisti" che ha confermato il grande interesse popolare per la sicurezza dei ciclisti con la richiesta di un, non più eludibile, rapido sviluppo delle infrastrutture e di tutte le altre azioni necessarie alla mobiltà ciclabile e pedonale.
Molte le adesioni dei politici ma adesso si attendono risposte concrete. La mobilità sostenibile è anche una delle opportunità per affrontare la crisi economica. DIAMOCI DA FARE
Erano presenti tutti i giornali e le TV. Immagini, video e interviste nel report di Repubblica. 

venerdì 20 aprile 2012

28 APRILE A ROMA - MANIFESTAZIONE NAZIONALE



Questa è una delle iniziative che rilanciano in Italia la campagna che il
TIMES ha annunciato nelle sue prime pagine a febbraio di questo anno:
CITIES FIT FOR CYCLING” (città a misura di ciclisti) che in Italia è diventata
la campagna “SALVAiCICLISTI”, lanciata dai principali quotidiani,
bloggers e associazioni di settore.
Il Drammatico dato che ha generato l'iniziativa è che in Inghilterra negli
ultimi dieci anni sono rimasti uccisi 1.257 ciclisti. Quello ancor più
tragico, che non può lasciare indifferente il nostro paese, è che qui i ciclisti
uccisi sono più del doppio: 2.556!

wwf-livorno (i pandaciclisti) e fiab-livorno (la triglia in bicicletta) organizzano il 28
aprile la trasferta a Roma per la prima manifestazione nazionale in difesa del ciclista:
L'Italia cambia strada - VENI VIDI BICI
Programma per Livorno:
h 7.30 ritrovo stazione per biglietto comitiva(and/rit) + biglietto bici [ 34,50 € circa]
h 8.04 partenza stazione di Livorno
h 11.45 arrivo stazione Termini
h 11.45 - 14.00 libera uscita individuale o di gruppo per girare Roma. Pranzo al sacco
14.00 raduno FIAB  a Santa Maria Maggiore lato obelisco (p.za Esquilino) verso Via Cavour.
h 14.30 Raduno FIAB-PANDACICLISTI Livorno-Pisa ai Fori Imperiali 
h 15.00 Manifestazione VENI VIDI BICI!
h 20.12 partenza stazione Termini
h 23.58 arrivo stazione di Livorno
Scarica QUI il volantino

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Riportiamo di nuovo il “manifesto” di otto misure minime che il Times propone per accrescere la
sicurezza delle biciclette nelle città.
1. Gli autoarticolati che entrano in un centro urbano devono, per legge,
essere dotati di sensori, allarmi sonori che segnalino la svolta, specchi
supplementari e barre di sicurezza che evitino ai ciclisti di finire sotto le
ruote.
2. I 500 incroci più pericolosi del paese devono essere individuati ,
ripensati e dotati di semafori preferenziali per i ciclisti e di specchi che
permettano ai camionisti di vedere eventuali ciclisti presenti sul lato.
3. Dovrà essere condotto un'indagine nazionale per determinare quante
persone vanno in bicicletta in Italia e quanti ciclisti vengono uccisi o feriti.
4. Il 2% del budget dell'ANAS dovrà essere destinato alla creazione di piste
ciclabili di nuova generazione.
5. La formazione di ciclisti e autisti deve essere migliorata e la sicurezza
dei ciclisti deve diventare una parte fondamentale dei test di guida.
6. 30 km/h deve essere il limite di velocità massima nelle aree residenziali
sprovviste di piste ciclabili.
7. I privati devono essere invitati a sponsorizzare la creazione di piste
ciclabili e superstrade ciclabili prendendo ad esempio lo schema di
noleggio bici londinese sponsorizzato dalla Barclays
8. Ogni città deve nominare un commissario alla ciclabilità per
promuovere le riforme.

giovedì 19 aprile 2012

Risposta all'editoriale di FACCI su LIBERO

Rispondo all'editoriale di Filippo Facci apparso ieri su Libero.it che riporto in calce:

Ieri deve essersi svegliato davvero male Mr Facci. Pedalare non è un ideologia, non è un modo di essere e di pensare, e soltanto una scelta che ogni cittadino ha il diritto di fare in sicurezza. Che poi questa scelta comporti evidenti vantaggi personali e collettivi non deve fare indispettire chi, come lei, sente la necessità di contrapporre il partito degli automobilisti che non vogliono andare piano ai ciclisti e ai pedoni che vorrebbero vivere in una città più, bella pulita e sicura. Credo sia un dovere di tutti cercare di lasciare ai propri figli un posto migliore di quello che hanno trovato.
Luca difonzo, la triglia in bicicletta., FIAB Livorno
articolo di Filippo Facci su libero.it del 18 aprile 2012
Io i ciclisti li odio, perlomeno quelli che ostentano l’ideologia del ciclista e non si limitano a usare la bicicletta come ogni tanto faccio io: parlo di quelli che ostentano  il loro status da superiori/inferiori e ondeggiano pericolosamente come a dire che l’errore sono gli altri. E invece no, sono loro, loro che rompono l’anima a tutti e ora pretendono – lo pretende qualche associazione bohemienne – che a Milano tutti i mezzi motorizzati vadano al massimo a 30 all’ora, come no: poi magari abbattiamo anche i palazzi e distribuiamo dei retini per le farfalle. Milano è una metropoli che non è fatta per le biciclette, punto: non è l’Olanda, è inutile vagheggiare riconversioni improbabili laddove mancano i marciapiedi e i parcheggi. Le abbiamo viste le piste ciclabili della Moratti: un pericolo pubblico, ciò che fa della bicicletta non una soluzione ma, spesso, un’insidia per chi la conduce e per i mezzi che devono conviverci. A un figlio comprerei più volentieri un motorino col casco obbligatorio anziché certe biciclette che caracollano tra pavè e rotaie, tra incroci e precedenze: mettono ansia solo a guardarle. Oppure andrei a vivere fuori città, unica scelta coerente prima di diventare un vecchio rincoglionito che passa le giornate ai parchi pubblici a bastonare gli uccellini. In bicicletta, ovviamente.
di Filippo Facci 

venerdì 6 aprile 2012

IN CONTROSENSO CON LA BICI

Si al doppio senso "limitato" alle biciclette nelle strade a senso unico: lo dice il Ministero.
Dalla Venezia, presidente FIAB: "Accolte le nostre proposte, finalmente prevale il buon senso"

La Direzione Generale per la sicurezza stradale del Ministero Infrastrutture e Trasporti, accogliendo una proposta della FIAB, ha dato parere positivo alla circolazione in bicicletta nei due sensi di marcia nelle strade a senso unico. Tale soluzione tecnica può essere applicata "su strade larghe almeno 4,25 metri, in zone con limite di 30 km/h, nelle zone a traffico limitato e in assenza di traffico pesante". Praticamente nella stragrande maggioranza dei centri urbani delle nostre città.  

Il Presidente della FIAB, Antonio Dalla Venezia dichiara: "Siamo veramente soddisfatti e ringraziamo il Ministero per questa apertura verso la mobilità ciclistica. Ha finalmente prevalso il buon senso. E' evidente che la FIAB ha avuto ragione a battere sullo stesso chiodo. Da anni chiedevamo di consentire, nei centri urbani, il doppio senso di marcia nelle strade a senso unico. Alcuni comuni virtuosi e coraggiosi, come Reggio Emilia, hanno introdotto già questa soluzione che, di fatto, consente al ciclista di usufruire di tragitti più brevi, evitando di seguire i sensi unici pensati esclusivamente per le auto e che portano il ciclista a fare giri molto più lunghi. Praticamente una maniera per scoraggiare l'uso della bicicletta". 

In riferimento alle modalità con le quali, alcuni organi di stampa in modo equivoco o inesatto, hanno dato la notizia è doveroso precisare quanto segue:

1) non si tratta di una norma generale ed astratta, ma di un parere tecnico importante, atteso da tempo, che riteniamo utile e anzi fondamentale per lo sviluppo della ciclabilità e la sicurezza stradale ma che va applicato con saggezza;

2) l’applicazione nei singoli casi è competenza degli organi proprietari delle strade (nei nostri casi, solitamente, i Comuni), che devono valutarne l'applicabilità concreta alle situazioni specifiche, in presenza di condizioni particolari;

3) in assenza di diversa indicazione, continuano a valere le prescrizioni di rilevanza generale previste dal codice della strada che devono pertanto essere rispettate da tutti, ciclisti inclusi;